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Animal Hoarding .... non è una parolaccia

AnimalHoardingVi presento questo interessante articolo, confermando la veridicità di quanto viene esposto, con episodi vissuti.

La particolarità più pericolosa, perché ingannevole, della patologia definita “Animal Hoarding” o “accaparramento compulsivo di animali” è rappresentata dal fatto che può essere scambiata per un profondo sentimento di amore. Occorre, dunque, analizzarla e definirla nel modo più chiaro possibile, affinché la si riconosca quando ci si imbatte in persone che manifestano questo grave disturbo del comportamento.

Il termine inglese “to hoard” significa “accumulare, ammassare, ammucchiare”: i “compulsive hoarders”, in generale, sono persone che accumulano in modo ossessivo oggetti di ogni specie non riuscendo a disfarsi di nulla, nemmeno dell'immondizia. Le case degli “hoarders” finiscono per sembrare delle discariche, nelle quali le stesse persone non riescono più a vivere, finendo gli oggetti ed i rifiuti con l'occupare anche tutte le zone vitali (bagno, cucina, letto …). L' “accaparramento compulsivo” viene infatti chiamato in Italiano anche “disposofobia”, dal verbo inglese “to dispose”, che vuole dire appunto: “disfarsi”. La disposofobia è quindi il “terrore di disfarsi/separarsi da qualcosa”. 
Tale patologia può avere purtroppo come “oggetti” anche gli animali, generalmente cani e gatti, e viene definita “Animal Hoarding”. In questo caso, però, le conseguenze del disturbo si aggravano, in quanto gli animali non sono “oggetti” inanimati che semplicemente si accumulano: sono esseri viventi, bisognosi di acqua, cibo, igiene, cure, affetto, medicinali. Si aggiunga a ciò il rischio di scambiare per un profondo sentimento d'amore quello che in realtà è un pericoloso comportamento patologico non solo distruttivo, ma anche autodistruttivo. 
Gli “accaparratori di animali” possiedono in genere un numero di animali superiore al normale, senza avere però la possibilità né le capacità di fornire loro nemmeno un alloggio adeguato, cibo sufficiente e cure veterinarie. Il sintomo più allarmante della patologia è che gli "accaparratori di animali” negano tale realtà. 
L' Animal Hoarding deve essere considerato, in ogni caso, il sintomo di un disturbo mentale più che un consapevole e deliberato atto di crudeltà verso gli animali. Gli “hoarders”, pur non prendendosene cura, sono molto attaccati ai propri animali e vivono come un'esperienza insopportabile anche la sola idea di separarsene; è questo il motivo per il quale li “accumulano”. Pur non potendo garantire loro nemmeno uno standard minimo di benessere, sono terrorizzati all'idea che gli animali restino senza di loro. Il problema rimane il fatto che tali persone non si rendono conto del maltrattamento che perpetuano verso cani e gatti, causando loro malattie di ogni tipo e, spesso, provocandone anche la morte.

STUDI SULL' “ANIMAL HOARDING”

In uno studio della “Hoarding of Animals Research Consortium” del 1999 il Dr. Gary J. Patronek, professore alla Tufts University, ed il suo staff hanno sintetizzato in una lista le “caratteristiche chiave” degli accumulatori di animali. 
Questi i sintomi per identificarli: 
- Non sono in grado di provvedere a standard minimi di igiene, spazio, nutrizione e cure veterinarie per gli animali 
- Non sono in grado di rendersi conto degli effetti di queste loro mancanze sulla salute ed il benessere degli animali, su altre persone, sulla casa e sull'ambiente circostante 
- Manifestano un'attitudine ossessiva nel raccogliere sempre nuovi animali, a dispetto del peggioramento e deterioramento progressivo della situazione 
- Attuano una costante negazione o minimizzazione dei problemi e delle condizioni di vita delle persone e degli animali coinvolti

Una fondamentale ricerca condotta a New York nel 1981, insieme allo studio del 1999 di Patronek, hanno rivelato poi quanto segue: 
- la maggior parte degli “accumulatori di animali” collezionavano cani e gatti 
- gli uomini più spesso collezionavano cani e le donne più spesso gatti - circa i due terzi dei partecipanti alla ricerca erano donne ed il 70% di loro era nubile 
- l'isolamento sociale era molto frequente, anche se appariva più come una conseguenza del comportamento compulsivo degli accaparratori di animali che una sua causa 
- molti hanno riferito che la pratica di “collezionare” animali aveva avuto inizio nella loro infanzia 
- molti non avevano telefono, servizi di pubblica utilità e nemmeno un impianto idraulico e molti collezionavano anche oggetti 
- molti sentivano che gli animali regalavano loro un amore incondizionato ed esente da giudizi - tutti consideravano se stessi dei salvatori di animali sofferenti e non amati 
- animali morti o malati sono stati ritrovati nell'80% dei casi esaminati, ma la maggior parte degli “accaparratori” non sembrava rendersi conto del problema 
- nel 69% dei casi feci ed urine degli animali erano presenti in aree vitali della casa ed insudiciavano anche il letto degli “accaparratori” 
- gli “accaparratori” giustificavano il proprio comportamento invocando un profondo amore per gli animali, la sensazione che gli animali fossero per loro come dei figli, il pensare che nessun altro avrebbe voluto o potuto occuparsi degli animali ed il timore che potessero essere eutanizzati 
- generalmente gli animali avevano avuto un ruolo importante nell'infanzia degli accaparratori, caratterizzata spesso dalla presenza di genitori caotici, inconsistenti ed instabili 
- il 60% degli accumulatori esaminati erano criminali recidivi

COME COMPORTARSI CON GLI “ACCAPARRATORI DI ANIMALI”

Chi è a conoscenza di un caso di “Animal Hoarding” tende a giustificare tale comportamento patologico con le stesse ragioni usate dagli “accaparratori”: eccesso di amore, paura per il destino degli animali, paura dell'eutanasia (che in Italia è vietata, se non in casi rari stabiliti da veterinari). 
Vorremmo qui sottolineare che immedesimarsi nella mente di tali persone per un eccesso di comprensione o addirittura di “pietà” equivale a diventare complici di un meccanismo deleterio e distruttivo che coinvolge gli animali, l' “accaparratore” e eventuali persone coinvolte: gli hoarders, se non vivono da soli , costringono anche gli altri componenti del nucleo familiare, in genere bambini e anziani, a “sopravvivere” nelle stesse condizioni. 
Spesso i vicini di casa di tali persone sono a conoscenza dell'anomalia del loro “stile di vita” e delle condizioni in cui sono costretti a vivere gli animali: sentono miagolii, latrati, lamenti, avvertono un tanfo insopportabile provenire dalle abitazioni lager degli hoarders, ma reagiscono con l'indifferenza o con un errato concetto di “rispetto della libertà altrui” e non avvertono le autorità preposte. Non reagirebbero in egual modo se in tali “dimore lager” fossero costretti a vivere dei bambini. Almeno, lo speriamo …. 
L' “Animal Hoarding” è, dunque, un grave disturbo del comportamento che provoca sofferenze indicibili a degli esseri viventi: quasi tutti gli animali in possesso degli “accumulatori” sono malati, denutriti e muoiono, alla fine, per stenti. 
La soluzione quindi non è rappresentata dal sostenere con aiuti sporadici tali persone, sulla base di un dannoso ed inutile sentimento di pietà, alimentando in tal modo il loro comportamento distruttivo verso gli animali ed autodistruttivo verso se stesse, ma nel riconoscere “il problema” e denunciarle senza esitazione alle autorità. Le persone affette da tale disturbo hanno bisogno, in realtà, di urgenti terapie psichiatriche ed i loro animali, nella maggior parte dei casi, di altrettanto urgenti cure mediche.

(A.Silvestro)