Chi l'avrebbe mai detto, abbattiamo i lupi...

Ai primi di luglio, i lupi hanno colpito in Valle Stura (4 pecore uccise) e in Val Pellice (morti 3 capi), un branco ha attaccato un allevamento di capre nel comune di Oncino, causando la perdita di 16 capi tra animali morti, feriti e dispersi, nel comune di Sant'Anna di Bellino; in totale sono morte 59 pecore. A preoccupare chi segue e studia il fenomeno della predazione è l'altitudine: i lupi, in occasione di quest'ultimo episodio, sono entrati in azione a circa 2.500 metri, probabilmente spinti dal caldo che contraddistingue il periodo e dalla ricerca di cibo.

Precedenti di tale entità, riferisce un comunicato della Regione,se ne ricordano pochi.

Per l'Assessore Regionale all'Agricoltura Claudio Sacchetto "ci vuole buonsenso". Il lupo, dichiara, " non ha più paura dell'uomo e attacca con frequenza. Basta con componenti ideologiche cieche, continueremo a chiedere al Ministero di autorizzarci ad abbattere i lupi qualora non permettano la sopravvivenza di un ecosistema equilibrato: è ora di intervenire, lo chiede la montagna esasperata da agguati e aggressioni".

"La Regione - aggiunge- si scontra, purtroppo, non solo con anacronistiche normative internazionali che garantiscono una superprotezione ingiustificata alla specie lupina, ma anche con una particolare insensibilità delle strutture Ministeriali ai problemi degli allevatori e dei pastori.

A differenza di altri paesi dove, a fronte della constatazione di gravi danni per gli allevamenti si attivano abbattimenti selettivi in deroga, in Italia sono state predisposte delle procedure che condizionano le decisioni in materia del Ministero dell'Ambiente a organismi autoreferenziali di matrice ambientalista orientati per motivi ideologici a non concedere alcun abbattimento indipendentemente dalla gravità della situazione".

"La Regione - conclude Sacchetto- sta predisponendo una riorganizzazione nell'ambito dei risarcimenti e degli interventi attivi a supporto degli allevatori vittime della predazione lupina: si parla dunque non solo del recupero delle carcasse finite in posizioni di difficile recupero, ma anche del sottovalutato problema degli animali feriti (da individuare, recuperare, curare o eutanasizzare): spesso e volentieri l'attacco del lupo, quando non si traduce nella morte della preda, significa giorni di lunga agonia e sofferenza per l'animale ferito. Anche prendere in considerazione tale aspetto significa tutelare la natura".

(A.O.)